RISPOSTE ALLE DOMANDE PIU’ FREQUENTI SUL D.LGS. 231/2001

Cos'è il D.Lgs 231/2001 e quali novità ha introdotto?. 2
Cosa vuol dire Responsabilità Amministrativa degli Enti?. 2
Cos'è il modello organizzativo (sistema di responsabilità)?
Com'è fatto un modello 231?
E' obbligatorio dotarsi di un Modello?. 2
Cos'è l'organo di Vigilanza?. 3
Chi può essere nominato componente dell'Organismo di Vigilanza?. 3
Il modello organizzativo deve riferirsi alle sole norme indicate dal 231/2001?. 3
Quali sono le tipologie di reato previste dal Decreto?. 4
Quali novità ha apportato il legislatore in ordine alla responsabilità amministrativa delle aziende nei casi di gravi incidenti sul lavoro?. 4
Che tipo di sanzioni possono essere applicate all'ente?. 4

Come ci si può difendere?. 4
Quali sono i vantaggi dell'adozione del modello organizzativo?
Che effetti comporta l'adozione di un modello organizzativo?. 5

Quanto costa un modello 231?
Il modello 231 può essere certificato?. 5
Il modello organizzativo deve essere aggiornato?. 6
La disciplina della responsabilità amministrativa da reato si può estendere alle imprese individuali?  6
Se una società decide di adottare un modello organizzativo solo al fine di prevenire la responsabilità che può derivare dai reati di omicidio colposo e lesioni gravi e gravissime colpose, si deve applicare un sistema di controllo?. 6
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Cos'è il D.Lgs 231/2001 e quali novità ha introdotto?

Il Decreto legislativo 231/2001 ha introdotto novità nell’ordinamento italiano un regime di responsabilità amministrativa a carico degli Enti per alcuni reati commessi, nell'interesse o vantaggio degli stessi, da persone fisiche che rivestano funzioni di rappresentanza, amministrazione e direzione, da una sua unità organizzativa autonoma, da chi esercita di fatto poteri di gestione e controllo e da persone soggette a direzione e vigilanza.



Cosa vuol dire Responsabilità Amministrativa degli Enti?

Con tale termine si intende trasferire alle Società (appunto gli Enti) la responsabilità di un reato commesso a vantaggio della società stessa da parte di una persona finisca operante all'interno della società stessa.
Qualora un soggetto operante in una Società commetta uno dei reati previsti dal D.lgs. 231/2001 a vantaggio della Società stessa, la Società potrà essere condannata e subire una delle sanzioni previste dallo stesso D.lgs. 231/2001

Cos'è il modello organizzativo (sistema di responsabilità)?

Il modello organizzativo è il sistema che l’impresa definisce e adotta per assicurare comportamenti responsabili e rispettosi delle norme attinenti alla responsabilità di impresa. Il modello ha una funzione preventiva e di indirizzo.


Com'è fatto un modello 231?

Il modello organizzativo di gestione e controllo consiste in un insieme di elementi che vanno a costituire un sistema di gestione preventiva del rischio. In pratica si tratta di disposizioni organizzative, modulistica, procedure, codici di comportamento, software, commissioni, ecc. concepiti in maniera tale da rendere molto bassa la probabilità di commissione di determinati reati (i reati presupposto).
Il modello organizzativo dipende dalle caratteristiche dell’impresa, dalle attività che svolge, dai suoi processi produttivi, dai contesti in cui opera e dagli interlocutori con cui interagisce.
Gli elementi principali sono: individuazione delle aree di rischio, principi e procedure di controllo, adozione di un documento che disciplini i comportamenti (adozione di un codice etico), istituzione di un organismo di vigilanza e adozione di un sistema disciplinare e sanzionatorio.
Il modello deve essere attuato, ossia scrupolosamente osservato nell’attività quotidiana, e soggetto alla verifica continua da parte dell’Organismo di Vigilanza.

E' obbligatorio dotarsi di un Modello 231?

Dal punto di vista giuridico il Modello 231 non è obbligatorio e le imprese che non lo adottano non si espongono a sanzioni. Tuttavia, rimane la responsabilità dell’impresa (con le relative sanzioni o interdizioni) in caso di illeciti realizzati da amministratori e dipendenti nell’interesse e a vantaggio dell’impresa.
Il rapido e continuo aumento dei reati presupposto ha reso inoltre elevato il rischio per molte aziende che prima si ritenevano poco esposte al problema.

Cos'è l'organo di Vigilanza?

L'organo di Vigilanza è una componente caratteristica e centrale del Modello organizzativo 231 e, in genere, dei programmi di conformità ai requisiti.
L’Organismo di Vigilanza può essere monocratico o collegiale, con componenti interni e/o esterni.
L’autonomia, l’indipendenza, la professionalità e la continuità d’azione sono i principali attributi che devono caratterizzare un Organismo di Vigilanza.
Per gli enti di piccole dimensioni, il D.Lgs. 231/2001 prevede che l’Organismo di Vigilanza possa coincidere direttamente con l’organo amministrativo.
L’Organismo di Vigilanza è generalmente responsabile di:
- proporre gli adattamenti e aggiornamenti del Modello (ad esempio, a seguito di mutamenti nell’organizzazione o nell’attività della società, di modifiche al quadro normativo di riferimento, di anomalie o violazioni accertate delle prescrizioni del Modello stesso);
- vigilare e controllare l’osservanza e l’efficace attuazione del Modello da parte dei destinatari (ad esempio, verificando l’effettiva adozione e la corretta applicazione delle procedure, etc.);
- gestire o monitorare le iniziative di formazione e informazione per la diffusione della conoscenza e della comprensione del Modello da parte dei relativi destinatari;
- gestire e dare seguito alle informazioni ricevute sul funzionamento del Modello.


Chi può essere nominato componente dell'Organismo di Vigilanza?

Oltre alla necessità di assicurare che l’Organismo di Vigilanza possegga, anche nella sua collegialità, gli attributi di autonomia, indipendenza, professionalità e continuità d’azione, possono essere nominate persone fisiche, già in relazione con la società (ad esempio, responsabile internal auditing, amministratori indipendenti) e/o esterni alla società (ad esempio, consulenti, sindaci).


Il modello organizzativo deve riferirsi alle sole norme indicate dal 231/2001?

Il modello organizzativo deve  riferirsi alle norme indicate dal D.Lgs 231/2001 e alle successive leggi che richiamano il decreto stesso. Può però anche riferirsi a più ampi comportamenti che riguardino la responsabilità dell’impresa.


Quali sono le tipologie di reato previste dal Decreto?

La lista dei reati compresi nel Decreto copre potenzialmente tutte le aree di attività dell’impresa:
- reati contro la salute e sicurezza sul lavoro;
- reati contro la Pubblica Amministrazione;
- reati societari;
- delitti con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico;
- delitti contro la personalità individuale;
- manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate;
- reati transnazionali (riciclaggio, traffico di migranti);
- reati di criminalità informatica;
- illeciti ambientali.


Quali novità ha apportato il legislatore in ordine alla responsabilità amministrativa delle aziende nei casi di gravi incidenti sul lavoro?

Il Testo unico sulla sicurezza, D.Lgs. n. 81/2008 ha esteso la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per i casi di lesioni causate dalle negligenze derivanti dalla violazione delle norme antinfortunistiche, sulla tutela dell’igiene e della salute nei luoghi lavoro.


Che tipo di sanzioni possono essere applicate all'ente?

Possono essere applicate:
- Sanzioni interdittive (interdizione anche fino ad un anno per certi reati dall’esercizio dell’attività; sospensione o revoca di autorizzazioni/ licenze/ concessioni; mancata ammissione a gare di fornitura della P.A.; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e revoca di quelli concessi; il divieto di pubblicizzare i propri beni o servizi, etc.);
- Sanzioni pecuniarie (da minimo di 25.800 € ad un massimo di 1.549.000 €, sulla base del reato e della gravità della responsabilità dell’azienda);
- Confisca del profitto del reato;
- Pubblicazione della sentenza.



Come ci si può difendere?

La legge stabilisce che possono esimere dalle sanzioni l’adozione di un modello organizzativo atto a prevenire i reati presupposto, la sua efficace applicazione, la costituzione di un organismo (detto organismo di vigilanza) preposto a vigilare sul suo funzionamento e sulla sua osservanza e a curarne l’aggiornamento e l’adozione di un idoneo sistema sanzionatorio nel caso di violazioni.
In pratica la persona giuridica dovrà predisporre un’organizzazione che prevenga i reati a meno che non sia elusa fraudolentemente. Dovrà inoltre vigilare, mediante un Organismo di Vigilanza, autonomo e indipendente, sull’applicazione di tale modello e sulla sua adeguatezza. Dovrà, infine, sanzionare tutte le violazioni di tale modello.


Quali sono i vantaggi dell'adozione del modello organizzativo?

L'adozione del modello organizzativo 231/2001 comporta i seguenti vantaggi:
- Riduzione o l’annullamento della sanzione nel caso in cui venga commesso un reato presupposto;
- Adozione di molte norme di buona gestione che portano all’analisi e alla risoluzione di numerose problematiche tipiche delle organizzazioni;
- Maggior protezione dei soggetti in posizione apicale che possono dimostrare di aver fatto tutto quanto in loro potere per evitare determinati comportamenti o eventi
- Rispetto di normative correlate, quali ad esempio quelle sulla salute la sicurezza nei luoghi di lavoro, sull’ambiente, sulla finanza ecc;
- Contributo concreto alla diffusione della cultura della responsabilità e della prevenzione all’interno dell’ente e relativo riflesso che ciò ha anche sull’immagine aziendale e sulla sua percezione da parte dei diversi portatori di interesse e terzi;
- Accesso ai bandi di gara della P.A. e altri clienti generalmente di grandi dimensioni.

 

Che effetti comporta l'adozione di un modello organizzativo?

Il modello organizzativo ha l’effetto di:
- attribuire a ciascun individuo o funzione la responsabilità propria, differenziandola e calibrandola rispetto a quella di altri individui/ funzioni attraverso l’attribuzione di compiti;
- distinguere la responsabilità degli individui da quella dell’ente.



Quanto costa un modello 231?

La quantificazione dei costi è in funzione, ovviamente, della complessità e del livello di rischio dell’Azienda.
Il costo maggiore sarà sostenuto all’inizio, mentre nei periodi successivi, l’onere per il mantenimento del modello sarà modesto.

 

Il modello 231 può essere certificato?

Non esistono oggi enti in grado di certificare la bontà di un modello 231. Tuttavia, esistono varie normative che sono, di fatto, riconosciute come valide ai fini del D.Lgs. 231/01, come la BS OHSAS 18001/2007 (salute e sicurezza sul lavoro), la SA 8000, la ISO 14001, ecc.
Ovviamente l’acquisizione di tali certificazioni non significa l’automatica esenzione dagli effetti della legge ma di certo permette di prevenire realmente molti dei reati e anche di dimostrare oggettivamente l’impegno dell’Azienda in tale prevenzione.



Il modello organizzativo deve essere aggiornato?

Una volta realizzato un modello organizzativo, questo andrà mantenuto aggiornato con le variazioni normative ed organizzative.
Questa necessità di aggiornamento non deve essere vista come un onere, ma piuttosto come un’opportunità di mantenere la propria organizzazione focalizzata sulla prevenzione di reati che potrebbero portarle un danno non trascurabile.



La disciplina della responsabilità amministrativa da reato si può estendere alle imprese individuali?

La disciplina della responsabilità amministrativa da reato, di cui al D.lgs. 8 giugno 2001, n. 231, non si può estendere alle imprese individuali.
Lo ha stabilito dalla Corte di cassazione, con la sentenza 22 aprile 2004 n. 18941, precisando che l'ambito soggettivo di applicazione della normativa in esame ("enti collettivi") e le imprese individuali presentano spiccati caratteri di diversità, sicché non è ipotizzabile una disparità di trattamento con violazione dell'art. 3 Cost.



Se una società decide di adottare un modello organizzativo solo al fine di prevenire la responsabilità che può derivare dai reati di omicidio colposo e lesioni gravi e gravissime colpose, si deve applicare un sistema di controllo?

Se la società decide di adottare il modello organizzativo per avvalersi del diritto esimente dalla responsabilità in caso di omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime, con violazione delle norme del Testo unico sulla sicurezza, non è obbligata a nominare l'organismo di vigilanza. Tuttavia, la scelta potrebbe essere opportuna. In caso contrario, il rischio potrebbe essere di non vedersi applicata l'esimente: il problema è garantire che al modello venga data attuazione e che siano adottate le idonee misure di sicurezza.